“Nell’estate scorsa inventai il Tattilismo. Ero nudo nell’acqua di seta, lacerata dagli scogli. Ero nudo nel mare di flessibile acciaio. Ill sole con le sue lunghe fiamme torrefacenti vulcanizzava il mio corpo”.
Quando Filippo Tommaso Marinetti presenta ufficialmente al pubblico del Théâtre de l’Oeuvre di Parigi il manifesto del Tattilismo è il 14 gennaio 1921. La Grande Guerra ha rivelato un’umanità non dissimile da quella di oggi. La gente non sa più accostarsi alla vita, è spaventata, dissociata. Come ritrovare il contatto con il mondo senza averne paura, senza temerlo o divorarlo? Abbiamo imparato a diffidare, a indossare maschere, a proteggerci, a evitare il nemico. Ma ora, suggerisce Marinetti, bisogna lentamente riprendere a sentire e a rieducare il corpo all’ esperienza della novità. Il “senso”- significato è tutto nel toccare, ora, nel percepire attraverso la pelle che è stata offesa, negata, nascosta. La novità futurista è mostrare la via verso una mutata, o ritrovata, sensibilità percettiva: ed ecco, le tavole tattili, o il Tattilismo. (Dalla Prefazione)
Proponiamo oggi ai lettori un testo inedito, curato da Valentina Ferri, che sembra una sorta di profezia visionaria e suggerisce “che possano esistere comunicazioni spirituali tra gli esseri umani attraverso le epidermidi”.
Filippo Tommaso Marinetti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1876, fu padre del Futurismo, estimatore senza uguali della modernità, del progresso e della civiltà industriale. Formatosi nel clima del Naturalismo e del Simbolismo, è stato anzitutto uno scrittore e un poeta. Nel suo lavoro esprime la necessità di diffondere in tutti i campi artistici quegli stessi caratteri tecnologici e innovativi della società industriale, così da integrare armoniosamente la produzione culturale all’interno del nuovo mondo meccanico. Il futurismo, inizialmente nato come movimento letterario, si estese in breve tempo alla scultura, al disegno, alla musica.
AA.VV, Lampi di stampa. Libri riviste manifesti futuristi dalla collezione Longo, Compagnia della stampa Massetti Rodella editori, Roccafranca, 2014
Bruno Munari, I laboratori tattili, Bologna, Zanichelli, 1985
Bruno Munari, Tavola tattile, Alpa Magicla, 1994
Claudia Salaris, Storia del futurismo. Libri, giornali, manifesti, Editori Riuniti, Roma, 1985
Claudia Salaris, Bibliografia del futurismo, 1909-1944, Biblioteca del Vascello – Stampa Alternativa, Roma 1988
Claudia Salaris, Marinetti editore, Il Mulino, Bologna, 1990
Claudia Salaris, La rivoluzione tipografica, Sylvestre Bonnard, Milano 2001
Charles Henry, Esthétique et psychophysique, «Revue philosophique», 29, 1890
Charles Henry, L’esthétique des formes, «La Revue blanche», 7, 1894
Cristina De Stefano, Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori, Milano, Rizzoli, 2020
Giordano Bruno Guerri, Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario, Milano, Mondadori, 2009
Rachilde, La Jongleuse, Des femmes, Paris, 1982
Rachilde, Monsieru Venus, Auguste Brancart, Bruxelles 1884 (traduzione italiana 1919)
Rachilde, L’animale, Mercure de France, Parigi, 1893 (traduzione italiana 1919)
Rachilde, Les hors nature, Mercure de France, Parigi 1897
Chi è la Rachilde citata da Marinetti?
Rachilde è lo pseudonimo utilizzato da Marguerite Eymery (1860-1953) la quale, per sfuggire all’oppressione paterna, iniziò a scrivere racconti fingendosi un nobiluomo svedese. Nel 1880 si trasferì a Parigi, dove venne in contatto con gli autori simbolisti e fu indicata da Maurice Barrès come la “Mademoiselle Baudelaire”. Nei suoi romanzi propose spesso tematiche come il rovesciamento di genere, l’indagine sensuale e il sadomasochismo, motivo per cui venne accusata di oscenità e addirittura incarcerata. Dopo la Prima guerra mondiale, fu proprio la vicinanza con Marinetti e con il futurismo – movimento paradossalmente caratterizzato da una forte misoginia – a far sì che Marguerite Eymery venisse tacciata di conservatorismo e cadesse poi nel dimenticatoio, nonostante avesse aiutato la crescita artistica di Oscar Wilde. Una sorte fortemente ingiusta: per la lucidità con cui ha affrontato tematiche sovversive e assolutamente rivoluzionarie per l’epoca, Rachilde può essere infatti considerata una delle prime queer della storia.
Cosa sono gli intonarumori?
Si tratta di una serie di strumenti musicali inventati dal futurista Luigi Russolo, i quali gli permettevano di realizzare quella che venne immediatamente definita come “la musica futurista”, costituita da rumori puri: è la prima teorizzazione – e messa in pratica – del concetto di noise music. Gli intonarumori vennero utilizzati in diversi concerti.
Teatro dell’Opera di Parigi, dove Marinetti ha letto per la prima volta il manifesto del Tattilismo
Viale Amerigo Vespucci ad Antignano (Livorno), dove, dichiara Marinetti “inventai il Tattilismo”.
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